Sabato 19 Novembre 2022 ore 18.00
Sala Atrio Ex Scuderie di Piazza Napoli Padova
Il Centro Pandora con il Centro Veneto Progetti Donna, PadovaDonne e Rel.Azioni Positive vi invitano allo spettacolo teatrale Una giuria di sole donne a cura del gruppo Parole in volo
“Una giuria di sole donne” è tratto dal testo teatrale di Susan Glaspell. Il racconto è ispirato ad un fatto di cronaca, di cui la Glaspell si era occupata come giornalista per il Des Moines Daily News nel 1901: un anziano agricoltore dello Iowa era stato rinvenuto cadavere nel suo letto, ucciso a colpi d’ascia, e del delitto era stata accusata la moglie della vittima, in seguito scagionata per insufficienza di prove. Raffinato inno alla sensibilità e alla complicità femminile di fronte all’arbitrio di una società dominata dagli uomini e dalla loro visione del mondo.
Interpreti: Luciano Babetto, Annalisa Calore, Violetta Danieli, Barbara Farinazzo, Chiara Minisini, Anna Moro, Raffaella Poli
Regia di Serena Fiorio
“Le donne non si aspettano giustizia da una giuria di soli uomini” (Harriet Taylor-John Stuart Mill)
Susan Glaspell, nata nel 1876 nello Stato dello Iowa, dopo la laurea lavorò come giornalista a Chicago e a New York, impegnandosi come attivista nei movimenti per i diritti civili delle donne. Fu fondatrice di una compagnia teatrale di avanguardia per la quale scrisse i suoi testi teatrali.
Nel 1916 scrisse e rappresentò il dramma “Trifles” (Inezie) che nel 1917 apparve in forma di racconto con il titolo A Jury of Her Peers (trad. it., Una giuria di sole donne, Sellerio, Palermo 2006).
Con il dramma Alison’s House, che ha come protagonista Emily Dickinson, fu premiata nel 1931 con il Pulitzer. La sua opera non si limitò alla produzione teatrale, scrisse numerosi racconti e romanzi. Una giuria di sole donne è quello più studiato e antologizzato, dopo la sua riscoperta e valorizzazione. Morì nel 1948.
Il 26 dicembre 1961 fu tramesso alla televisione un cortometraggio basato sull’opera; faceva parte della settima stagione di Alfred Hitchcock Presents.
L’opera ebbe immediatamente un grandissimo successo ed è tuttora oggetto di studio e discussione nei corsi e nei seminari di discipline giuridiche.
Una giuria di sole donne è un racconto perfetto nella scelta dei tempi e degli spazi, per i movimenti dei personaggi, per i dialoghi, i silenzi, gli sguardi scambiati e per la storia raccontata così concentrata e densa, e così simbolica delle relazioni vissute fra donne e uomini.
E’ anche un racconto poliziesco per una serie di caratteristiche che attingono al quel genere: il delitto, l’indagine, la ricerca delle prove e del colpevole da assicurare alla giustizia, ma poi da questo si allontana perché mette in luce altri meccanismi e relazioni che sono più tipici del dramma. Lo spunto, per la trama, Susan Glaspell, lo trasse, da un episodio effettivamente accaduto, ai tempi in cui faceva la giornalista e che aveva personalmente seguito.
In una fattoria isolata della campagna americana, nella contea di Dickson, si vengono a trovare il pubblico ministero, signor Henderson, lo sceriffo, signor Peters, e l’uomo, signor Hale, che passando a trovare il suo vicino, signor Wright, lo aveva trovato morto nel letto con un cappio attorno al collo. Insieme ai tre uomini, ci sono anche due donne, la moglie dello sceriffo, signora Peters e la signora Martha Hale, moglie del vicino, la cui presenza era stata richiesta per raccogliere qualche indumento e le poche cose necessarie da portare alla signora Wright, in carcere come unica indiziata per l’omicidio del marito.
Mentre gli uomini si aggirano nella fattoria alla ricerca di prove e soprattutto di un movente, – salgono al piano superiore, nella camera da letto, vanno nel granaio, il tutto rumorosamente e commentando rozzamente e sprezzantemente le osservazioni e i discorsi delle mogli, le due donne nella squallida e fredda cucina, attraverso una serie di indizi, ricostruiscono la solitaria e triste vita domestica della signora Wright, in quella fattoria isolata, senza il conforto di qualche parola scambiata, oberata da pesanti lavori e come unico passatempo la confezione di un quilt con gli stracci e la compagnia di un uccellino. La sua gabbietta rotta e il suo cadaverino con il collo spezzato vengono scoperti dalle due signore e le prove subito nascoste, in una immediata comprensione della tragedia scoppiata fra quelle misere mura. Con una complice intesa di sguardi decidono, prima in modo incerto, ma poi con più convinzione, di tacere divenendo, dopo aver condotto l’investigazione, i giudici, della signora Wright, in un tribunale formato da una giuria di sue pari, (A jury of her peers è il titolo originale) arrivando all’assoluzione dell’imputata, in un sentimento di solidarietà e sorellanza.
In un moto di sincero rammarico e dispiacere, la signora Hale dice: ‘Sa cosa vorrei davvero, signora Peters? Essere venuta, a trovarla, ogni tanto. Vorrei proprio …averlo fatto.’
Con la mente tornando alla ragazza che un tempo era stata, quando ancora si chiamava Minnie Foster, ‘piena di vita, una ragazza di città che cantava nel coro. Ma questo…beh, succedeva venti anni fa.’
L’idea che le donne abbiano bisogno del sostegno di una comunità femminile che sappia vedere e proteggere, di una filosofia legale alternativa che sappia riconoscere la violenza e sfidare le categorie giuridiche convenzionali, è alla base della riflessione femminista contemporanea sui temi della giustizia in rapporto alla violenza contro le donne.
RAGAZZE AL 5 – Vivi il quartiere – Rassegna realizzata con il contributo del Comune di Padova – Consulta 5B