TENIAMO APERTA UNA STRISCIA DI FUTURO
La guerra in corso a Gaza non sta solo massacrando uomini, donne e bambini, distruggendo case, ospedali e ogni altra infrastruttura, ma sta uccidendo anche il diritto all’informazione. Il governo israeliano infatti impedisce ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza, di verificare con i loro occhi che cosa sta accadendo lì e raccontarlo al mondo intero e cerca in tutti i modi di intralciare, cancellare le comunicazioni che filtrano da Gaza. I cittadini israeliani stessi ricevono le informazioni dal portavoce dell’Esercito che alle sofferenze della popolazione civile che vive nella Striscia non dà certo spazio..
Noi tutti dobbiamo sapere solo ciò che Netanyahu vuole che si sappia.
La ritorsione che il governo israeliano ha scatenato contro la popolazione di Gaza supera ogni norma del Diritto Internazionale di guerra, nell’intento di completare il processo di espulsione del popolo palestinese dalla sua terra. L’attacco brutale e indiscriminato di Hamas, forza fondamentalista, patriarcale e profondamente misogina, non giustifica in alcun modo la risposta brutale e disumana del governo sionista israeliano, come riconosce lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Gutierrez.
La necessità di individuare e punire eventuali illeciti commessi da 12 funzionari UNRWA non deve divenire un pretesto per colpire l’intero popolo palestinese privandolo dei beni essenziali: acqua, viveri, medicinali. I colpevoli si perseguono mediante un processo non punendo chi sopravvive solo grazie agli aiuti internazionali.
NON RENDIAMOCI COMPLICI DI NETANYAHU NEL GENOCIDIO DEI PALESTINESI.
Chiediamo al nostro Governo di
RETROCEDERE DALLA SCELTA DI TAGLIARE I FONDI ALL’UNRWA
Denunciamo la sudditanza alla politica di Netanyahu del nostro Governo che non riconosce pari dignità alle morti di entrambi i popoli, continua ad ignorare l’escalation di soprusi e aggressioni da parte dei coloni e dell’esercito israeliano a danno dei palestinesi in Cisgiordania e non appoggia con forza gli sforzi di soluzione diplomatica del conflitto. Non è questa la politica in cui ci riconosciamo e per questo gridiamo:
NON IN NOSTRO NOME
Per garantire il più possibile a chiunque di conoscere, capire, valutare quanto sta accadendo a Gaza mettiamo a disposizione di chi non si accontenta di una informazione addomesticata materiali vari: storie, dati, dichiarazioni forniti da osservatori internazionali, da esponenti delle ONG che continuano a lavorare sotto i bombardamenti, da giornalisti di Gaza e anche pacifisti ebrei che non condividono la politica del loro governo, saremo in Piazza della Frutta, angolo via Oberdan – bar Margherita, nei giorni 20 e 27 gennaio, 3, 10 e 17 febbraio con orario dalle 10 alle 13.
Centro Pandora-Donne in Nero di Padova, Assopace Padova