Presentazione del libro “CON LA LINGUA DELL’ALTRO” di MAHMUD DARWISH
edizioni Portatori d’Acqua – a cura di Francesca Gorgoni
il 5 giugno 2024 alle ore 18.00 presso Centro Universitario di Via Zabarella, 82 – Padova
con Elisabetta Bartuli, Traduttrice e studiosa di letteratura araba
letture di Grazia Mandruzzato
«Di sicuro è avvenuto dopo il 4 novembre del 1995, tra l’assassinio di Rabin e l’ondata di attentati a Gerusalemme. La speranza e la disperazione poggiavano sul filo di una lama. Telefonai a Mahmud Darwish, che si era appena trasferito ad Amman, e gli proposi un’intervista per “Ḥadarim”. […] L’incontro fu prudente ma intimo. Avevamo piena fiducia che presto avremmo visto la pace. Discutemmo la nuova realtà che si stava lentamente delineando come due che si trovano al capezzale di un malato che pian piano riprende coscienza. Parlammo naturalmente in ebraico. Durante il nostro incontro a prevalere in quelle ore fra noi non fu né il politico né l’individuale, bensì una patria diversa: la poesia. Da questa patria continuammo a parlare dei poeti come figli del loro luogo e del loro tempo».
Con queste parole Helit Yeshurun (Tel Aviv, 1942), traduttrice e editrice israeliana, introduce l’intervista con Mahmud Darwish, poeta e scrittore palestinese, fra le voci più alte del Novecento. Quello che si offre per la prima volta al lettore italiano è uno tra i dialoghi più intensi della storia letteraria israelo-palestinese, la cui forza affonda le radici nel coraggio di ospitare “la versione dell’altro” e dare così un fondamento poetico a un nuovo inizio, ponendo la parola all’origine di un mondo comune a venire.
Il libro contiene il lungo colloquio tra Mahmud Darwish e la traduttrice e editrice israeliana Helit Yeshurun, colloquio tenutosi ad Amman nel febbraio del 1996: una delle interviste più lunghe mai rilasciate da Darwish a un giornale letterario israeliano. L’intero dialogo è svolto in lingua ebraica, lingua nella quale Darwish ha parlato «con lo straniero, con il poliziotto, con il dirigente militare, con il maestro, con il secondino e con l’amata». Una delle testimonianze più intense del rapporto tra palestinesi e israeliani, sullo sfondo di un conflitto che lacera gli orizzonti di vita di milioni di persone; testimonianza di un dialogo possibile e, ora più che mai, necessario.
Mahmud Darwish – Poeta e scrittore arabo palestinese (al-Birwa 1941 – Houston 2008), è considerato il poeta nazionale palestinese e uno tra i più importanti poeti in lingua araba del Novecento. Profugo dopo la spartizione della Palestina del 1948, ha continuato a partecipare alla vita politica e culturale del suo paese nonostante l’esilio. Nel luglio 2007 ha visitato Ramallah, in Cisgiordania, e Haifa, in Israele, per una lettura pubblica delle sue poesie; in questa occasione si è espresso in maniera critica nei riguardi dei violenti scontri che opponevano le fazioni armate dei due maggiori movimenti politici palestinesi, al-Fatah e Ḥamas (contro quest’ultimo aveva spesso manifestato la propria disapprovazione), definendoli un «tentativo di suicidio» per la causa palestinese. Negli ultimi anni diverse sue raccolte di poesie, dai versi densi di simboli e metafore, sono state pubblicate in Italia: Murale, 2005; Oltre l’ultimo cielo. La Palestina come metafora, 2007; Il letto della straniera, 2009; Come fiori di mandorlo o più lontano, 2010. (Fonte Treccani)
Elisabetta Bartuli. Si occupa di letteratura araba contemporanea, traduzione letteraria dall’arabo all’italiano e dialogo transculturale, materie che insegna dall’inizio degli anni 2000 all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha tradotto dall’arabo, tra gli altri, Mahmud Darwish (Palestina), Elias Khoury, Jabbour Douaihy, Rabee Jaber (Libano), Sonallah Ibrahim, ‘Ala al-Aswani, Ezzedine C. Fishere (Egitto) e Inaam Kachachi (Iraq). Dal francese Fatima Mernissi (Marocco) e Hala Kodmani (Siria). Collabora con diverse case editrici e riviste.
Una serata ricca ed emozionante con l’intervento e le testimonianze portate da Elisabetta Bartuli, traduttrice, studiosa e arabista
Le letture di alcune poesie e testi di Mahmud Darwish da parte di Grazia Mandruzzato hanno saputo catturare la platea